Alluminio negli alimenti: dove si trova e come disintossicarsi dall’alluminio

L’associazione tra alluminio e cucina fa venire subito in mente le vaschette usa e getta e i fogli da cucina, eppure si tratta di una sostanza presente in natura e negli alimenti. Come proteggersi dall’alluminio?

Foglio di alluminio- foto kosova-info.com

Innanzitutto questo metallo leggero è presente in natura nell’ambiente circostante e per questo può essere assorbito attraverso il consumo di acqua e cibo.

La presenza di alluminio per uso alimentare e la sua percentuale nei cibi ha destato l’interesse degli esperti della sicurezza alimentare (Organizzazione mondiale della sanità), i quali hanno stabilito la quota settimanale sostenibile a dall’organismo 1 milligrammo per chilogrammo di peso.

In realtà non esistono dati certi sulla pericolosità dell’alluminio, ma soltanto supposizioni a sostegno della necessità di ridurre al minimo l’assunzione del metallo.

Secondo l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, però, l’alluminio potrebbe causare conseguenze neurotossiche in casi di predisposizione a patologie neurodegenerative (anche se non c’è correlazione diretta tra alluminio e Alzheimer), dialisi e altro.

L’alluminio si rivela tossico per il sistema nervoso e potrebbe influenzare negativamente i processi biologici più vulnerabili dell’organismo, primi tra tutti il sistema nervoso, il tessuto osseo e l’apparato riproduttivo.

Non si deve dimenticare che il metallo viene espulso attraverso l’attività dei reni e per questo, anche se solitamente i rischi sono contenute, le persone con insufficienza renale non riuscirebbero a gestirlo.

Alluminio presente nei cibi e non solo

Come già accennato, la Terra è ricca di alluminio, il che significa che il metallo si ritrova negli alimenti di consumo quotidiano e molti oggetti in alluminio utilizzati in cucina come pentole, imballaggi e utensili.

Ma l’alluminio dove si trova in natura? Oltre a trovarsi in bevande (cacao e tè), cereali e derivati (biscotti, dolci, pane e altro), verdure (spinaci, lattuga, rafano e funghi) e preparati per neonati, migra dagli oggetti in alluminio agli alimenti sia per contatto che per cottura.

Il fenomeno aumenta quando si intende manipolare cibi acidi come aceto, formaggi a pasta dura o pomodori, alimenti con dosi elevate di sale come snack o prodotti da forno e cibi conservati in involucri di alluminio.

L’attenzione resta alta quando si parla di metodi di cottura in quanto potrebbero favorire la migrazione dell’alluminio dal contenitore all’alimento.

Tenendo presenti questi comportamenti, quindi, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha stimato che un adulto si espone mediamente a 0,2- 1,5 mg per chilo corporeo a settimana mentre i giovanissimi sono soggetti a un range che va da 0,7 a 2,3 mg/ per chilo corporeo a settimana.

Come comportarsi in cucina?

Il comportamento che si osserva in cucina diventa essenziale per impedire un eccesso di alluminiotossico” nel corpo ed evitare possibili conseguenze nel tempo. Come disintossicarsi dall’alluminio?

Quello che bisogna ricordare è che le vaschette in lega di alluminio a uso alimentare, avendo un rivestimento di vernice, non favoriscono il contatto.

I fogli di alluminio per alimenti possono non dar vita a fenomeni di migrazione se vengono riposti a una temperatura di più o meno 5 gradi.

La Legge italiana traccia le linee guida per sapere come comportarsi con l’alluminio alimentare: meno di 24 ore a qualsiasi temperatura, più di 24 ore a una temperatura fredda e oltre le 24 ore a temperatura ambiente per i cibi dal basso potere assorbente (pasta di grano duro, frutta secca, spezie, cereali, legumi e molto altro).

Come disintossicarsi dall’alluminio diventa una questione di abitudini. È meglio preferire pentole e caffettiere in acciaio inox e padelle in ceramica, evitare bevande in lattina e ridurre il consumo di prodotti da forno e pesce (tonno, salmone e pesce spada).

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