Lino: seme di vita

Non è certo una novità il lino, considerato che le nostre nonne ne tenevano sempre una certa scorta a portata di mano, specialmente nel periodo invernale. Con la farina macinata di fresco o con semi interi, cotti con poca acqua, confezionavano caldissimi cataplasmi da applicare sul petto. Riuscivano in questo modo, a mitigare la tosse e ad ammorbidire i catarri, dando sollievo alle vie respiratorie congestionate.

I semi ammollati, sono stati impiegati fin dall’antichità , come eccellente e innocuo lassativo. Tuttavia, solo da qualche decennio si stanno studiando i semi di lino anche come alimento ricco di sostanze protettive nei confronti di alcune malattie degenerative come le patologie cardiovascolari e alcuni tumori. I lignani (una componente solubile in acqua delle fibre di cui il seme di lino è ricco) hanno dimostrato di esercitare una qualche forma di protezione soprattutto nei confronti del tumore al seno.

In seguito all’osservazione che nelle urine di donne con tumore al seno (e che consumavano molta carne) è presente una quantità di lignani molto inferiore rispetto alle donne vegetariane, è stata condotta a termine una sperimentazione su animali. L’aggiunta di semi di lino alla dieta dei topi ha ridotto della metà il rischio del tumore al seno. La componente oleosa dei semi di lino è ricca di acido linoleico, un grasso speciale la cui utilità è stata ripetutamente dimostrata soprattutto per abbassare la colesterolemia elevata e per prevenire l’arteriosclerosi, ma anche la terapia della psoriasi e degli eczemi.

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